L’attore rodigino Felix Belmondo (fondatore dell’antidipreismo): «il nostro mondo resiste grazie ai veri fan». Che non sono solo uomini…
“È un lavoro duro, ma qualcuno lo deve pur fare”. Quel qualcuno si chiama Gian Paolo Feliciati, in arte Felix Belmondo, nuovo stage-name in omaggio al suo omonimo francese Jean-Paul, scelto «dopo aver visto il film Borsalino, lo stesso da cui ha preso il nome Rocco, ispirandosi al personaggio interpretato da Alain Delon, “Roch Siffredi”». 37 anni, rodigino doc, attualmente Feliciati lavora a tempo pieno come attore porno.
Una strada intrapresa con naturalezza. «Non l’ho mai tenuto segreto. A Rovigo lo sapevano già tutti prima ancora dell’uscita del film d’esordio». Tutto è iniziato quasi per caso. «Sono stato fortunato: normalmente si passa dai casting, io prima di arrivarci avevo già conosciuto molte persone del mondo del porno. Nel 2009 durante un viaggio a Praga ho fatto amicizia una ragazza in un locale. Ho poi scoperto che si trattava di Tarra White, la più importante attrice ceca a quel tempo. In seguito, frequentando le fiere di settore ho conosciuto il regista Max Bellocchio, Omar Galanti, Riccardo Schicchi, fino a quando mi è stato proposto di partecipare a un film».
L’incontro decisivo è stato però quello con il “maestro” Rocco Siffredi. «Mi sono reso conto che era una persona umile, che era come me. Ha cambiato il mio punto di vista, perché ho capito che era una cosa alla mia portata. In questo settore più ti atteggi a divo, meno strada fai». In Italia, spiega Feliciati, siamo abituati a utilizzare il termine pornostar a sproposito. «Un’attrice che fa una scena sola non è una pornostar. Se tu glielo fai credere, si monta la testa». Tra (porno)divo e (porno)attore c’è invece una certa differenza: «È come a Hollywood: solo in pochi diventano star di successo, ma ci sono migliaia di attori che recitano e non sono divi».
Feliciati/Belmondo è candidato a Torino Erotica 2016, in programma dal 24 al 26 novembre, come “Miglior porno attore” e “Miglior personaggio maschile”. «So già di non poter vincere il premio come miglior attore, perché in lizza c’è Rocco. Invece, sono motivato a vincere il premio come personaggio maschile, anche perché ho già ottenuto questo titolo agli Italian Porn Awards 2015, quindi si può dire che sono il campione in carica». Curiosità: tra i candidati alla palma, figura – inspiegabilmente – anche Fabrizio Corona. Un motivo in più per vincere: «non c’entra niente col nostro mondo. Penso che abbiano voluto sfruttare la popolarità del nome».
Sempre a Torino Erotica sarà presentata l’ultima fatica attualmente in produzione: “Amici miei – atto I”, remake a luci rosse del mitico film di Monicelli, diretto da Axel Ramirez e con protagoniste femminili Viky Moore, Debora Sorrentino e Valery Vita. Quello della parodia è uno dei generi più popolari, soprattutto negli Usa, dove è nato il filone “xxx parody”. «Uno degli esempi più famosi è “Pirates”, basato sui Pirati dei Caraibi della Disney. Anche in “Amici miei” ci sono scene di sesso non esplicite. La parodia hard porta in scena ciò che non si vede nell’opera originale», stuzzicando anche la fantasia del pubblico femminile. «La gente crede ancora che solo gli uomini guardino il porno, ma non è vero. È che la maggior parte del porno è fatta per gli uomini. In realtà moltissime donne guardano i nostri film, che sono tra i più “sofisticati”».
L’avvento di internet ha colpito duramente le produzioni tradizionali. «C’è una crisi mondiale e l’industria del porno regge ancora solo grazie ai veri fan, che comprano le scene delle pornostar dai loro canali web. Non vanno sui siti di streaming gratuito, anche perché se esce un film nuovo, i fan vogliono vederlo subito. È come in ogni altro settore: se ho un cantante preferito, compro il suo cd». Il fatto è che ormai bastano uno smartphone e una connessione internet per “produrre” e distribuire il proprio film a luci rosse e il web è pieno di video amatoriali. «È una questione di qualità, cosa che tanti del settore non capiscono: tra un video amatoriale e un film con una trama e una regia, qual è il prodotto migliore?».
Feliciati sottolinea che «se non c’è un regista e non reciti un copione, non sei un attore. Sei uno che fa sesso davanti alla telecamera, come può fare chiunque». Fa parte di questa categoria Andrea Dipré, una sorta di nemesi naturale per Felix, che l’anno scorso è stato tra gli ispiratori del “movimento antidipreista”: «Dipré è un personaggio in cerca di popolarità che non è mai riuscito a sfondare e che ha usato il porno come ultima spiaggia. In realtà non ha mai fatto un film, è un illustre sconosciuto che fa scene amatoriali. Che poi paghi le attrici, è un altro discorso. Ho fondato l’antidipreismo per proteggere il porno da questi personaggi trash».
(Originariamente pubblicato su Vvox)