mamme single

Si moltiplicano le comunità online per donatori e “cogenitori”. Ma i numeri sono marginali


«Genitori insieme, ma senza stare insieme». È lo slogan di Co-genitori.it, il portale italiano dedicato al coparenting. Sul sito, attivo dal 2008, si trovano annunci di aspiranti mamme e papà in cerca di donatori o cogenitori, ossia persone con cui crescere un bambino al di fuori del vincolo di coppia: un concetto nato oltreoceano che prevede «la divisione dei diritti e delle responsabilità dei genitori nei riguardi dei bambini, che siano una coppia o meno, single, sposati o divorziati, o dello stesso sesso», come riporta il sito. Tutti hanno in comune il desiderio di avere un figlio e tutti sono alla ricerca prima di tutto di donatori di sperma e ovuli per realizzarlo. Il sito mette insieme domanda e offerta, come un tradizionale sito di annunci online.

Gli annunci di donatori sono i più numerosi, così come quelli di donne alla loro ricerca, ma anche quelli alla ricerca di persone interessate all’esperienza da cogenitori, per crescere insieme un figlio senza relazioni sentimentali. C’è Max, giovane prestante, che si offre per «aiutare coppie e donne single» ad avere un bambino, e Titti, che non ha «mai trovato un uomo» in grado di darle una «relazione stabile». Alex ha chiuso con la ex dopo «una storia di 5 anni di convivenza» e a 25 anni vorrebbe «diventare papà», mentre Carmen a 30 sente «il bisogno di avere un bambino», ma non è pronta «ad avere un rapporto sentimentale serio con un’altra persona». Iscrivendosi al portale, con un abbonamento da 25 euro al mese, tutti loro possono pubblicare e rispondere agli annunci, dall’Italia e dall’estero, e mettersi in contatto, per incontrarsi di persona.

Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita (PMA), infatti, in Italia è consentito solo «qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità» e solo a «coppie di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi». Nessuna clinica pertanto accetta donne single o persone omosessuali. Inoltre, la donazione di ovuli o sperma è vietata, mentre non sono regolamentate le “inseminazioni artigianali”, ovvero l’autoinseminazione attraverso una cannula. Le banche del seme in Italia non sono molte e i loro campioni provengono dall’estero, dove la donazione è consentita e la fecondazione in vitro è più diffusa.

In rete si trovano diverse banche del seme online, dove ogni donna ha la possibilità di scegliere un donatore e ordinare campioni per rimanere incinta. Tra le più popolari, Cryos International, che permette di selezionare le caratteristiche del donatore ideale: dall’altezza al colore dei capelli, spendendo da 174 a 272 € (IVA esclusa). Prezzi in linea con quelli della Banca Europea del Seme, con sede in Danimarca, che effettua spedizioni in tutta Europa a cliniche e studi medici al prezzo di 275 euro. In molti poi ricorrono alla donazione privata, perché non possono permettersi un trattamento in clinica. Per trovare la persona giusta, ovviamente, il canale più popolare sono i social network, Facebook in particolare, dove si trovano vari gruppi dedicati .

Si tratta di piccole comunità: il gruppo Facebook “l’angolo delle cicogne”, il più popolato tra quelli dedicati alle donazioni, ha meno di 500 iscritti e la pagina social del portale Co-genitori non arriva a 800 fan. Cifre marginali, se si pensa che in Italia i nuovi nati nel 2017 sono stati 460 mila. Ma è significativo che in tempi di crollo della natalità (-20% rispetto al 2008) esista una nicchia di persone che devono ricorrere a comunità online semi- clandestine oppure a recarsi oltre frontiera, magari nella vicina Svizzera.

(originariamente pubblicato su Vvox)

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