sad dog wears headphones to cover noise

Tutti i danni agli animali per i rumori festivi. De Stefano (Enpa Treviso): «non c’è altra via che un cambio di mentalità»


Ogni anno a San Silvestro, quella che per noi è una festa, per gli animali si trasforma in un vero incubo. La tradizione dei botti di Capodanno, infatti, causa non pochi problemi ai nostri amici a quattro zampe. Un’esperienza traumatica, che può provocare conseguenze anche drammatiche, come spiega Adriano De Stefano, presidente dell’Enpa di Treviso. «Soprattutto i cani, che hanno un udito molto acuto, sono estremamente sensibili ai rumori forti e percepiscono i botti con l’intensità di un bombardamento aereo».

Il primo effetto è che «nei primi giorni di gennaio i rifugi segnalano un picco dei ritrovamenti di cani scappati di casa e, grazie ai chip, anche delle riconsegne, sebbene non sempre i cani che scappano vengono poi ritrovati. Molti cani fuggiti in preda al panico, infatti, finiscono sotto un’auto, diventando anche un pericolo per gli automobilisti, che rischiano di andare a sbattere o di causare incidenti nel caso di manovre improvvise per evitare l’investimento».

Nei casi più estremi, inoltre, questo stress può anche causare infarti: «è abbastanza frequente laddove l’animale non ha vie di fuga. Se per esempio un cane rimane bloccato in balcone o dietro una recinzione, viene sopraffatto dal terrore e può morire di crepacuore». Per difendere dallo shock il nostro Fido, il consiglio, banale, è di tenerlo in casa, alzando il volume della tv per coprire i botti. Meno scontato l’invito a «resistere all’istinto naturale di confortarlo e coccolarlo, perché diventa un input negativo: più trema e più tremerà. L’animale deve invece capire di essere in una situazione di normalità, nonostante i rumori fastidiosi».

Non ci sono però solo gli animali da affezione: si stima che gli animali morti ogni anno per cause legate ai botti siano circa 5 mila e nell’80% dei casi sono selvatici. «In particolare i volatili, che la notte sono appollaiati nei loro nidi e allo scoppio dei botti si alzano in volo e siccome al buio hanno una vista molto approssimativa, in molti finiscono per schiantarsi. Un classico sono i rapaci che nella fuga si spezzano le ali andando a sbattere sui fili dell’alta tensione». Nel tentativo di limitare questa mattanza, la scorsa settimana, Enpa, LAV e Lipu hanno lanciato un appello all’Anci per spronare i sindaci di tutta Italia a emanare ordinanze di divieto di petardi, botti e artifici pirotecnici di ogni genere.

Purtroppo, però, lo stesso De Stefano non si fa illusioni, né sulle eventuali risposte positive dei primi cittadini, né sull’effettiva efficacia delle ordinanze: «chi è che va a fare i controlli? Se li immagina i vigili che vanno a multare la gente in piazza?» domanda, aggiungendo che «la civiltà non progredisce sulla base della paura, ma con la cultura». Quasi una frase fatta quando si parla di legalità e progresso in Italia. «Dovremmo cominciare tutti, a partire dalle amministrazioni, ad educare facendo capire che non è il rumore che fa la festa. Ad esempio, per l’inaugurazione della nuova Darsena sui navigli la scorsa primavera, il Comune di Milano ha utilizzato fuochi pirotecnici senza botto, mettendo in scena uno spettacolo meraviglioso nel silenzio più assoluto».

Un giusto compromesso che in effetti potrebbe mettere d’accordo amici degli animali e difensori delle tradizioni senza scontentare nessuno. Tuttavia, come nel caso delle corride in Spagna, quella dei botti di Capodanno è un’usanza legata alla cultura popolare e pertanto un cambio di mentalità non sarà affatto facile o immediato, in particolare al Sud. «Generalmente il Nord Italia è messo meglio, per tradizione, rispetto al Meridione, dove sarà molto difficile far radicare un simile cambio culturale. A nessuno qui verrebbe in mente di costruire e far esplodere degli ordigni, le cosiddette “bombe”, per far bella figura a fine anno. Al Sud c’è invece questa usanza di fare a gara a chi la spara più grossa».

Perfetta metafora dell’italianità tutta. E visto che ne spariamo già abbastanza durante gli altri 364 giorni dell’anno, a nome di Vvox e degli amici animali, l’invito rivolto a tutti – Nord, Centro e Sud – è di rinunciare a petardi e fuochi d’artificio. I botti dei tappi di spumante bastano e avanzano.

(originariamente pubblicato su Vvox)

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